Nel rispetto delle norme e della privacy dei detenuti e degli operatori del carcere di San Vittore abbiamo evitato di pubblicare immagini che li ritraessero.
“Dio si è fatto uomo ed ha scelto di mandare suo Figlio per salvare ciascuno di noi.
Questo è il Natale, che noi oggi celebriamo con i canti, per annunciare a ciascuno che non esiste un male, un dolore, una fatica, un disagio che non sia stato salvato dalla Sua Presenza.
Oggi, in questo luogo dove la fatica e il dolore sono di casa, vogliamo far risuonare l’Annuncio della Nascita di Gesù, di ciò che ogni uomo attende, perché la Sua Presenza ci possa – noi e voi insieme – essere compagna in questo tempo.”
È iniziata oggi, 19 novembre, nel carcere milanese di San Vittore, la decima e particolarissima edizione di In questa notte splendida.
Abbiamo iniziato, provocati da questo meraviglioso anno in cui la parola MISERICORDIA ha descritto meglio di ogni altra cosa il metodo che il Buon Dio usa con noi, scegliendo lo stesso luogo che vedrà la visita di papa Francesco il 25 marzo.
Il Coro Maria Contrastini – che prende il nome da una piccola bambina nata e chiamata in Cielo dopo soli cinque giorni – diretto da Benedetta Castelli, ci ha accompagnato in un itinerario di canti, accompagnati da un pubblico di detenuti, guardie carcerarie, direzione del Carcere e Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano.
I canti di Natale (grandi classici: da “Go tell” a “Pastori della montagna”, fino a “In Questa notte splendida”), eseguiti magistralmente dal Coro, dentro un cammino che è partito dall’Annunciazione arrivando all’Epifania, sostenuti dalla meravigliosa partecipazione di tutto il pubblico, hanno fatto risuonare l’annuncio di una speranza per ciascuno dei presenti, di fronte all’immagine di Maria che tiene Gesù tra le braccia con una catena spezzata, facendo vibrare le parole di papa Francesco “Ella rivolga su ciascuno di voi il suo sguardo materno; faccia sgorgare dal vostro cuore la forza della speranza per una vita nuova e degna di essere vissuta nella piena libertà e nel servizio al prossimo”.
Commovente il finale, a sopresa: un detenuto, Santiago, ha chiesto di poter cantare un brano e, forte della speranza vissuta nell’Annuncio del Santo Natale, ha presentato un brano, meraviglioso, dedicato a suo figlio, strappando applausi e qualche lacrimuccia.